Thailandia: tassa di soggiorno nuovamente rinviata

La Thailandia ha deciso di rinviare l'applicazione della tassa sul turismo tailandese (Tassa sul turismo in Thailandia O TTF) à Settembre 2023. In un precedente articolo, abbiamo parlato di una data di applicazione a giugno 2023.. È la seconda volta che il governo thailandese rinvia la sua decisione.

Questa tassa ha lo scopo di contribuire a proteggere l'ambiente naturale e il patrimonio culturale del Paese, ma soprattutto di finanziare un fondo per fornire un'assicurazione sanitaria e contro gli infortuni ai turisti durante la loro visita in Thailandia. Inoltre, molti assicuratori offrono prodotti speciali per questa destinazione di lungo soggiorno per pensionati.

Secondo il Ministro del Turismo e dello Sport Phiphat Ratchakitprakarn, il rinvio è stato necessario per garantire il funzionamento regolare ed efficiente del meccanismo di riscossione dell'imposta. Ha aggiunto che sono in corso discussioni con le compagnie aeree per trovare l'approccio più efficiente alla riscossione dell'imposta in conformità con le norme IATA, poiché le compagnie aeree non si sono impegnate ad applicare l'aumento ai loro biglietti.

Che cos'è la tassa di soggiorno in Thailandia?

Tutti i visitatori stranieri che entrano in Thailandia dovranno pagare una tassa di soggiorno di 300 baht (8 €) per un arrivo aereo o 150 baht (4 €) per l'arrivo via terra o via mare, secondo il governo thailandese.

Chi non sarà soggetto a questa imposta?

I diplomatici, i bambini sotto i due anni, gli adulti con permesso di lavoro, i viaggiatori giornalieri, i passeggeri in transito e i cittadini stranieri che vivono permanentemente in Thailandia sono tra i gruppi esclusi dalla tassa.

E presto una tassa di uscita?

Il Ministero delle Entrate thailandese ha condotto un sondaggio d'opinione tra i professionisti del turismo per conoscere il loro parere su un'eventuale tassa di uscita per tutti i viaggiatori, Thai incluso. Un importo piuttosto elevato (1000 baht, cioè 27 € per via aerea e metà per via terrestre e marittima), porterebbe una nuova fonte di entrate per il governo e, soprattutto, limiterebbe le spese dei cittadini dei Paesi vicini. L'indagine deve aver ricevuto un'accoglienza piuttosto fredda... Le conclusioni sono attese per la seconda metà di maggio 2023.

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